L'orbita della grande cometa del 1680, rappresentata nei Principia Mathematica di Newton

giovedì 23 febbraio 2012

Ancora guai "nucleari" per la Francia?

Come anticipavano già i vari comitati referendari, ora anche la Corte dei Conti della Francia, nel suo rapporto sui costi della filiera dell'atomo presentato al governo, dice che l'energia elettrica prodotta per mezzo delle centrali nucleari costerà sempre di più, e questo aumento sarà ancora più rapido a fronte dei miglioramenti per la sicurezza previsti dopo il disastroso incidente nucleare di Fukushima.
"Quali che siano le scelte fatte per mantenere il livello di produzione attuale (di energia elettrica) - scrive la Corte - investimenti importanti sono da prevedere a breve e medio termine, tali da rappresentare almeno un raddoppio del ritmo attuale di investimento in manutenzione. Ciò farà aumentare il costo medio di produzione dell'ordine del 10%". Tale costo p oggi di 49,50 euro per Megawattore, ma nei prossimi 10 anni potrebbe sfiorare i 60 euro (tra i 70 e i 90 euro per il nuovo impianto Epr).

Difficile stabilirlo con certezza, dato che sl costo effettivo degli interventi necessari, nota la Corte dei Conti, "resta una grande incertezza".

Inoltre si sottolinea come il reale costo dell'energia che sarà prodotta, è legato principalmente alle scelte strategiche che la Francia farà, scelte legate alla vita operativa delle centrali. Infatti entro il 2022 (come già riportato in questo articolo) 22 reattiru dei 58 presenti in Francia raggiungeranno i 40 anni di attività e quindi dovranno essere avviati allo spegnimento e smantellamento. 

Smantellare i vecchi impianti e sostituirli con nuovi, oltre ad essere estremamente costoso è anche improbabile dal punto di vista dei tempi tecnici. Basti pensare che il nuovo reattore EPR in costruzione a Flamanville (Francia del nord) ha accumulato cosi tanti ritardi e problemi tecnici da metterne in dubbio la sua operatività. Quindi le soluzione che si prospettano sono due: o prolungare l'operatività dei reattori oltre i 40 anni (parliamo di impianti costruiti negli anni '70 e operativi dall'inizio degli anni '80), oppure aumentare il mix energetico insieme ad altre fonti, anche se cio comporterebbe lo stesso notevoli investimenti. La nuova generazione di reattori (appunto gli Epr) avanza troppo lentamente perchè si possa sperare che sostituisca le vecchie centrali nel giro di massimo un decennio.