L'orbita della grande cometa del 1680, rappresentata nei Principia Mathematica di Newton

giovedì 14 luglio 2011

Dal comitato “vota si per fermare il nucleare” un nuovo punto di partenza VERSO IL FORUM ITALIANO PER L'ENERGIA

Documento finale dell'assemblea nazionale del movimento "Vota SI per fermare il nucleare".

Roma, 9 luglio 2011

Con il Referendum, quello che potremmo definire “l’equivoco del nucleare” è stato spazzato via  dall’agenda politica ed energetica. Questo è il punto di arrivo di una straordinaria e vincente campagna referendaria. Oggi abbiamo la  possibilità di individuare un nuovo punto di partenza. La vittoria è stata determinata da una molteplicità di fattori, ma in questa sede è importante per noi sottolinearne soprattutto due.

Il primo. Nel corso della campagna referendaria è emerso in modo palese il sostegno popolare, trasversale ai partiti, alla “visione” di una nuova economia e di un nuovo modello di sviluppo fondata sull’energia distribuita e su un uso diverso dell’energia, in altre parole su   fonti   pulite e rinnovabili e sull’efficienza e il risparmio energetico. Su questa visione, per oltre metà degli Italiani, si deve basare il futuro del Paese. E ciò che è più importante è che tutto ciò è stato visto come un’alternativa vera e concreta al nucleare.

Leggi il documento completo sul sito ------------>>>>> fermiamo il nucleare

lunedì 11 luglio 2011

Nucleare francese: rischio di una Chernobyl finanziaria

Corinne Lepage, ex Ministro dell'ambiente Francese (dal 1995 al 1997 governo Juppè), ha pubblicato un nuovo libro "La verità dell'energia nucleare", un attento esame sul  nucleare francese e sopratutto sui costi del futuro smantellamento delle centrali. 

Dagli estratti del libro , dati alla mano, l'autrice ci dice che la corte dei conti francese (nel 2005) ha stimato in 38 miliardi di euro i costi per smantellare i 58 reattori francesi. Cifra che l'autrice contesta con un semplice paragone: la Gran Bretagna per smantellare 11 reattori ha speso 104 miliardi di euro! 

Qui nasce la preoccupazione: tra il 2020 e il 2030 49 reattori su 58 raggiungeranno i 40 anni di vita operativa (attualmente la vita media delle centrali francesi è stata di circa 20 anni) e quindi dovranno essere spenti e dismessi. Chi pagherà i costi di decommissiong, che già oggi si prevedeno superiori ai 300 miliardi di euro? Tutto questo alla luce del debito* dell'EDF (Électricité de France) che per l'84% è di proprietà dello stato francese...e quindi i tutti i costi ricadrebbero principalmente sui cittadini.

L'autrice denuncia tutto questo nel suo libro, ipotizzando già da subito aumenti delle tariffe per l'elettricità** e importanti manovre economiche da parte del governo francese..


*A dicembre 2010 il debito di EDF ammontava a circa 37.1 miliardi di euro. 
Areva azienda per più del 90% di proprietà dello stati francese, che si occupa dell'estrazione e lavorazione dell'uranio, costruzione centrali, trasmissione energia ecc. ha un debito di 3,7 miliardi di euro.

**Già nel 2009 il presidente della compagnia elettrica francese EDF Pierre Gadonneix ha richiesto un aumento del 20% in tre anni delle tariffe elettriche francesi per coprire le spese di gestione. Ha altresì dichiarato che il prezzo dell'elettricità francese non segue l'inflazione, se negli ultimi 25 anni l'avessero fatto, attualmente l'elettricità in Francia sarebbe del 40% più costosa".

domenica 10 luglio 2011

Passato il referendum..inizia la vera sfida..

Il grande successo referendario, oltre alla soddisfazione, ha portato nuove sfide che i movimenti e i comitati che spontaneamente sono nati nel territorio, dovranno in qualche modo affrontare. Sfide che riguardano la cosiddetta "rivoluzione verde" che saremmo chiamati ad affrontare nei prossimi anni, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei dei 3 20% al 2020, e ancor di più per gli obiettivi di abbattimento delle emissioni della CO2 al 2050.

Proprio ieri (9 luglio) si è svolta a Roma (presso il chiostro della facoltà di Ingegneria - S. Pietro in vincoli) l'assemblea nazionale del comitato "Vota SI per fermare il nucleare". Dalle 10.30 alle 18 si sono susseguiti una serie di interventi, a testimonianza delle esperienze vissute durante la campagna referendaria e sopratutto per proporre attività da svolgere in futuro.

Naturalmente il comitato "Vota SI per fermare il nucleare" ha esaurito la sua funzione qui in Italia e quindi sarà necessario a breve ripensare anche la veste di questo movimento. E' previsto un altro incontro a settembre per definire quello che già si và delineando come "Forum per le energie", quindi un nuovo soggetto democratico, apartitico e partecipato, capace di rapportarsi alle sfide imminenti in italia, di sostenere il movimento antinucleare Europeo e infine capace di non disperdere l'enorme forza civica creatasi per il referendum. Nei prossimi giorni sarà reso pubblico un documento di sintesi dell'intera assemblea.

Abbiamo detto no al nucleare, adesso dobbiamo essere capaci di proporre un'alternativa.